Danni fisici provocati dall’uso dell’arco - Causa, cura e prevenzione

Notizie ricavate da un articolo di Don Rabska

Tutti gli arcieri, prima o dopo, hanno sofferto qualche malanno, lieve o più grave, provocato dal nostro sport.

La natura del tiro con l’arco produce generalmente danni solo nella parte superiore del corpo: alle dita, agli avambracci, alle spalle (soprattutto), alla schiena, al collo; in qualche caso, ma in modo leggero, anche al viso (provocato dalla corda dell’arco o dalla patella per chi tira con le dita).

Per quanto riguarda la parte bassa del corpo, l’unico consiglio si può dare è quello di non irrigidire le ginocchia durante il tiro. Le gambe devono essere ben diritte, ma rilassate. Se si irrigidiscono le ginocchia si riduce la stabilità del corpo e si impedisce la regolare circolazione del sangue, un problema molto serio col tempo caldo.

Di seguito si esaminano i diversi punti della parte alta del corpo interessati all’argomento.

Asimmetria.

Si deve tenere sempre presente l’azione asimmetrica del tiro con l’arco sul corpo dell’atleta.

La parte destra e la parte sinistra del corpo lavorano in modo diverso. La parte del braccio alla corda deve continuamente tendere e trattenere la potenza dell’arco, mentre la parte della mano all’arco deve resistere alla compressione esercitata dall’arco teso. Questo può comportare dolore alla schiena e problemi allo scheletro. Si può arrivare, dopo molti anni di tiro, ad una leggera scoliosi (una curvatura laterale della spina dorsale). La cosa può anche provocare problemi alla parte media ed alta della schiena poiché la parte del braccio alla corda tende a diventare più forte dell’altra, creando uno sbilanciamento muscolare.

Si può ridurre o eliminare il problema aprendo l’arco col braccio che di solito è all’arco (senza tirare) o facendo allenamento coi pesi. Per chi usa l’arco compound si raccomanda di usare per gli esercizi di apertura col braccio normalmente usato per tenere l’arco un arco ricurvo poco potente: di sole 5 o 10 libbre più pesante della potenza dell’arco compound usato al let off. Se si vuole aprire con questo braccio il compound, senza particolare allenamento, si corrono seri pericoli di avere problemi alla spalla. Con l’arco ricurvo non c’è lo stesso problema, perché la potenza cresce gradualmente con l’apertura, e se non si ha forza sufficiente per un’apertura completa la si può ridurre a volontà. Con l’arco compound invece lo sforzo comincia sempre molto presto, non può essere graduato.

Normalmente, dopo gli esercizi di riscaldamento e di stretching, Rabska apre l’arco per 15 o 20 volte col braccio sinistro prima di cominciare a tirare (tira col braccio destro) e ripete la cosa per 20 o 30 volte al termine dei tiri. Da quando ha cominciato a seguire questa pratica ha superato i problemi che ha avuto a suo tempo con la schiena, e non ha più dovuto ricorrere alle cure del chiropratico.

Dolori alle dita.

Capitano a chi esegue lo sgancio con le dita. Le dita che tengono la corda sono infatti sempre sottoposte ad un forte stress.

Dolori legati alla tecnica di tiro.

Aggancio avanzato

Il dolore si rivela più facilmente se si tira tenendo la corda con la punta delle dita (la prima falange) o con la piega fra la prima e la seconda falange. Usando questa tecnica si possono anche ottenere dei buoni risultati, ma è molto probabile arrivare presto ad avere dei dolori alle dita. Tirando così, per poter tenere con sicurezza la corda si sottopone l’avambraccio ad uno stress molto forte, maggiore di quello a cui è sottoposto con un diverso aggancio.

Se si tirano 300 frecce al giorno si superano cumulativamente le 6 tonnellate di peso tirato in un giorno (300 frecce x 40 libbre = 12.000 libbre = 6 tonnellate). Questo valore può non sembrare esagerato ad uno che fa sollevamento pesi, ma è molto alto se si pensa che è fatto in centinaia di volte successive e con le dita.

Molto spesso i dolori alle dita sono provocati dalla frizione della corda. Se si tiene la corda sulla punta o vicino alla punta delle dita, si produce una forte frizione sulle dita stesse al rilascio, poiché è molto difficile rilassare i muscoli delle dita che eseguono la trazione a causa della tensione a cui sono sottoposti i muscoli flessori dell’avambraccio; e in questi casi anche l’avambraccio può fare spesso molto male.

La situazione di dolore legata al fatto di avere un aggancio molto avanzato è aggravata da un altro sintomo che si verifica spesso in questi casi, lo schiacciamento delle dita all’allungo massimo.

Aggancio profondo

Queste sono le ragioni per cui si dovrebbe eseguire la trazione con un aggancio più profondo, con la corda fra la prima e la seconda giuntura delle dita (sulla seconda falange). L’aggancio profondo permette un rilassamento delle dita, elimina molta tensione dell’avambraccio e produce un rilascio più armonioso.

Gli arcieri che usano un aggancio profondo, tutti i più bravi arcieri coreani ad esempio, soffrono più raramente di dolori alle dita. Quello che in questo caso può provocare dolore è la pressione dovuta alla grande quantità di frecce tirate in ogni seduta di allenamento con una patella leggera, ma non c’è il dolore provocato dall’attrito della corda.

I calli

Un altro problema che si incontra quando si esegue lo sgancio con le dita è quello dei calli che si formano sulle dita stesse.

La pressione sui calli può provocare dolore, se essi diventano molto duri e premono sui nervi delle dita. È bene tenere le callosità ben curate, in modo che siano soffici. Al riguardo si può usare una lozione per le mani ogni sera, prima di andare a letto. Massaggiando con le dita i calli con la lozione si potrà evitare che essi diventino duri, e l’esercizio è anche una buona terapia per le dita.

Se i calli diventano molto grandi e secchi, la pelle può fessurarsi, creando una screpolatura che non guarisce facilmente. Continuando a tirare in queste condizioni si aumenta l’irritazione della parte e la ferita non può guarire. Se succede una cosa di questo tipo occorre intervenire riducendo le due labbra della screpolatura, in modo evitare che ci sia una asperità nella zona. Usando una carta abrasiva molto fine (n° 200 o 300) si deve livellare tutto il callo, abradendo la pelle indurita con movimento parallelo alla fessurazione, per evitare una ulteriore irritazione. Applicare poi sulla zona una crema battericida o della vaselina e coprire con una fasciatura.

Se l’inconveniente si verifica durante una gara e se il taglio non sanguina troppo, si può intervenire mettendo un po’ di colla rapida nella fessura, tenendo i bordi premuti uno contro l’altro per qualche secondo, in modo che la ferita si chiuda, e fasciando bene. Il dolore diminuirà immediatamente.

Dolore ai muscoli della spalla del braccio alla corda.

I maggiori ed i più gravi problemi alla spalla si verificano nel muscolo rotatorio della spalla del braccio alla corda. Il problema è comune a chi tira con qualsiasi tipo di arco. Il disturbo comunemente collegato con questo malanno è una tendinite, ed è questa la causa che più frequentemente ha troncato la carriera di tanti arcieri.

Sono due modi di aprire l’arco: usando i muscoli del braccio (metodo non raccomandato) o usando i muscoli attaccati alla scapola (metodo altamente raccomandato).

La principale causa dei dolori alla spalla è l’esecuzione dell’apertura dell’arco in modo non corretto. Un arciere che incorre nel disturbo è un “tiratore col braccio”, cioè un arciere che apre l’arco coi bicipidi, coi muscoli delle braccia, anziché coi muscoli che muovono la scapola.

Quale è esattamente la causa del problema?

Quando si apre l’arco usando i bicipidi, si elimina completamente l’uso della scapola. Quando ci si avvicina al punto di ancoraggio, il braccio è molto teso ed il suo movimento è limitato. In queste condizioni si fa fatica a continuare la trazione per far passare la freccia attraverso il clicker, perché la spalla è tenuta in avanti, in posizione statica, ed il braccio non trova spazio per una trazione ulteriore.

Il braccio deve girare attorno alla spalla; poiché la spalla è tenuta ferma, lo spazio massimo esistente per il movimento del braccio è completamente usato per arrivare alla massima apertura. L’atto di forzare il braccio oltre il suo limite di movimento naturale, provoca uno stiramento dei legamenti che tengono in posizione i tendini (come i tendine del bicipite). Una volta che i legamenti si sono allungati comincia il dolore, perché i tendini possono muoversi fuori dalla loro naturale posizione ed irritarsi.

Per evitare l’inconveniente occorre imparare a tendere l’arco tenendo i bicipiti rilassati

Si deve tenere la scapola del braccio alla corda bassa, sullo stesso livello di quella del braccio all’arco. Tenere la scapola bassa riduce la tensione della spalla e permette di avere un ampio spazio di movimento.

Dolori alla parte alta della spalla.

Un dolore nella parte alta della spalla, fra il collo e la giuntura della spalla, è provocato da affatica-mento e trauma della parte superiore del muscolo trapezio. Il dolore può essere sentito in una o in ambedue la spalle. La causa di questo disturbo dipende normalmente dalla posizione della scapola.

È cosa comune fra gli arcieri sollevare le spalle (le scapole) quando si alzano le due braccia per iniziare la procedura di tiro. Questo movimento mette in tensione il trapezio, creando tensione nelle spalle e nel collo. È molto importante imparare a sollevare solo le braccia, mantenendo le scapole basse , coi muscoli al esse collegati rilassati. Se si impara ad agire così, il trapezio resterà rilassato e si eliminerà il suo affaticamento.

Sollevando le spalle, si posizionano le scapole in modo improprio, e l’arco sarà aperto e tenuto in posizione usando un gruppo di muscoli anziché agendo con la struttura scheletrica. Allenarsi a sollevare solo le braccia (davanti ad uno specchio si può controllare bene come si agisce), dapprima senza l’arco, per rendersi conto delle le sensazioni dell’azione, poi con l’arco ritrovando le stesse sensazioni.

Il sollevare le spalle provoca anche un altro effetto, detto “scricchiolio della clavicola”. Si verifica quando la clavicola fa uno schiocco alla giuntura, che si sente proprio come lo scrocchio delle dita, amplificato. Quando la spalla della mano alla corda è sollevata per aprire l’arco, la clavicola si sposta in una posizione innaturale ed instabile. Questa posizione crea pressione sul giunto fra la clavicola e lo sterno ed alle connessioni con la spalla. Sollevando la spalla, o cominciando la trazione col braccio in una posizione alta provoca lo schiocco. Tutte le volte che un arciere ha questo problema, esso è sempre causato da una spalla della mano alla corda tenuta troppo alta, o da una posizione del gomito della stessa mano tenuto in una posizione non compatibile con la fisiologia dell’individuo.

 

A conclusione delle note, Rabska precisa che tutte le informazioni fornite sono frutto della sua esperienza; non sono cioè raccomandazioni mediche.

In ogni caso quanto detto può servire per quanto necessario agli arcieri; comunque è bene rivolgersi a un medico se si arriva ad avere dei problemi di salute da affrontare.