Tiri verso l’alto o verso il basso

Indicazione tratte da Archer’s Advantage

 

Concetti base

In ogni condizione di tiro, anche tirando in piano, tutti sappiamo che più aumenta la distanza a cui si deve tirare più si deve abbassare il mirino sul supporto che lo sostiene, per compensare la caduta della freccia dovuta alla gravità che agisce su di essa durante il volo.

In più, nei tiri a brevi distanze (inferiori a 10 – 15 metri) occorre eseguire una compensazione anche per l’errore di parallasse.                             

Quando si prende la mira, l’occhio che guarda attraverso il mirino non è mai dietro la cocca della freccia. La visette è infatti posta alcuni cm sopra l’asta della freccia. Esiste quindi un disallineamento fra la linea in cui è diretta la freccia e la linea di mira: è questo che provoca l’errore di parallasse, che varia secondo la distanza a cui è posto il bersaglio. La velocità della freccia non ha alcuna influenza su questo errore e su quanto succede alle corte distanze.

Errori provocati dall’arciere.

Per ottenere buoni risultati nei tiri verso l’alto e verso il basso è condizione essenziale ed indispensabile che l’arciere mantenga una buona forma di tiro. Sono diversi gli errori nella forma di tiro che vengono commessi dagli arcieri in questi casi e che non permettono di ottenere risultati soddisfacenti. L’errore più comune è quello di non mantenere la corretta forma a T della parte alta del corpo durante l’esecuzione del tiro, ma di sollevare o abbassare solo il braccio all’arco nella direzione del bersaglio. Se si mantiene la forma a T della parte alta del corpo, piegando tutto il busto all’altezza della vita, si mantiene la forma di tiro che si ha tirando in piano; si mantiene quindi invariato l’allungo e si ha una immagine visiva costante nel tempo anche nei tiri in pendenza. Non mantenendo la forma a T, può cambiare di volta in volta l’allungo e l’immagine visiva del bersaglio, e le due cose hanno influenza sulla posizione dove le frecce colpiscono il bersaglio e sul raggruppamento delle frecce. È anche abbastanza comune che gli arcieri compiano involontariamente uno sbandamento dell’arco nei tiri verso l’alto, ed anche questo ha come conseguenza errori sul bersaglio.

La compensazione         Programma per il calcolo di compensazione            Promemoria per compensazioni personali

Una dei punti più discussi nel tiro con l’arco è come eseguire la compensazioni nei tiri verso l’alto e verso il basso. La regola più comune è quella che afferma che in ogni caso si deve porre il mirino alla distanza pari alla componente orizzontale del tiro. Ad esempio, seguendo questa regola, se si deve tirare a 60 m, indifferentemente verso l’alto o verso il basso, con una pendenza di 20°, si dovrà porre il mirino a 56,4 m [cos (20°) x 60 = 56,4 ca.].

Valutare l’angolo della pendenza e conoscere il coseno degli angoli è un compito abbastanza gravoso; ma anche conoscendoli, occorre sapere che questo metodo, che deve comunque essere tenuto come base per il calcolo della compensazione, non è esatto: esso infatti non fa alcun riferimento alla velocità delle frecce, benché questo valore influenzi l’entità della correzione da apportare al mirino.

Esaminiamo il caso del tiro in piano.

Se si misura con un cronografo la velocità di una freccia e si vede che è ad esempio di 250 fps (piedi al secondo), ciò non significa che la freccia vada verso il bersaglio esattamente con questa velocità.

Quando si abbassa il mirino per compensare la caduta della freccia dovuta alla gravità, si alza l’arco in modo tale che la freccia sia diretta verso l’alto: ad esempio dovrà essere diretta su di una linea di +10° sopra il centro del bersaglio. Questo significa che quando la freccia lascia l’arco viaggia ad una velocità di 250 fps in una linea che è orientata di 10° sopra il bersaglio, cioè sopra la linea orizzontale. È questo (10°) l’Angolo di Caduta della freccia per quella distanza, ed è questa (10°) l’Angolazione di Lancio della freccia. Se la freccia viaggia alla velocità di 250 fps su quella linea, non può avere questa velocità muovendosi verso il bersaglio. La sua Velocità Orizzontale può essere calcolata come segue:

Velocità Iniziale * COS(Angolo di Caduta) = Velocità Orizzontale della freccia

Nell’esempio: 250 * COS(10°) = 246,2 fps.

Nei tiri in piano, la Velocità Orizzontale della freccia sarà sempre inferiore alla velocità misurata col cronografo, per la compensazione necessaria dovendo indirizzare la freccia sopra la linea orizzontale diretta verso il bersaglio.

Ora vediamo perché i tiri verso l’alto e quelli verso il basso sono diversi fra di loro.

Quando un arciere esegue un tiro verso l’alto, con pendenza del bersaglio di +10°, alla stessa distanza  (questa volta intesa come componente orizzontale della distanza reale), la posizione del mirino non è cambiata, perché l’Angolo di Caduta della freccia è sempre di 10°. In questa situazione però la freccia esce dall’arco indirizzata su di una linea orientata di 20° sopra l’orizzontale: è questa (20°) l’Angolazione del Lancio della freccia, perché ai 10° necessari per compensare la caduta della freccia occorre sommare i 10° di pendenza del tiro verso l’alto, dovuti al fatto che il bersaglio è posto su di una linea inclinata appunto di 10° verso l’alto. La Velocità Orizzontale della freccia in questo caso è:

250 * COS(20°) = 234,9 fps.

La freccia perde 11 fps in Velocità Orizzontale rispetto al tiro in piano (246,2 - 234.9 = 11,3 fps).

Cosa succede nel caso di un tiro verso il basso, con pendenza di -10°, nelle stesse condizioni. La posizione del mirino non è cambiata, perché l’Angolo di Caduta della freccia è sempre di 10°. In questa situazione però la freccia esce dall’arco indirizzata su di una linea esattamente orizzontale: è questo infatti (0°) l’Angolazione del Lancio della freccia, perché ai 10° necessari per compensare la caduta della freccia occorre sottrarre i 10° di pendenza del tiro verso il basso, dovuti al fatto che il bersaglio è posto su di una linea inclinata appunto di 10° verso il basso. La Velocità Orizzontale della freccia in questo caso è:

250 * COS(0°) = 250 fps.

La freccia guadagna 4 fps in Velocità Orizzontale rispetto al tiro ai piano (250 - 246,2 = 3,8 fps).

Sia nel tiro verso l’alto che nel tiro verso il basso la freccia percorre la stessa distanza per arrivare sul bersaglio, ma la Velocità Orizzontale della freccia è diversa nei due casi, ed è sempre maggiore nei tiri verso il basso rispetto ai tiri verso l’alto.

Questo significa che la freccia impiega meno tempo a colpire il bersaglio posto in basso rispetto a quello impiegato per colpire il bersaglio posto verso l’alto alla stessa distanza. L’Angolo di Caduta della freccia nei due casi è diverso, perché la freccia è sottoposta per un tempo diverso alla forza di gravità: quindi si dovrà eseguire una compensazione diversa nei due casi. Si dovrà tirare per una distanza leggermente maggiore alla distanza orizzontale nei tiri verso l’alto (compensazione inferiore) e per una distanza leggermente inferiore alla distanza orizzontale nei tiri verso il basso (compensazione maggiore).

PPuò essere necessario in qualche caso aumentare il valore della distanza reale nei tiri verso l’alto?

-     Per i tiri sotto i 10 - 15 m, sia verso l’alto che verso il basso, si deve sempre aumentare il valore della distanza reale a causa dell’errore di parallasse.

-     Per i tiri sopra i 20 m. nei tiri verso l’alto l’unico caso in cui si deve aumentare il valore della distanza reale è quando si tira con un arco lento, con una pendenza leggera ed a lunga distanza, ma l’aggiunta necessaria è comunque sempre piccola.
Ad esempio:
- velocità dell’arco 200 fps; distanza 100 m; pendenza 5° verso l’alto; si devono aggiungere ca.     0,75 m alla misura della distanza reale;
- in confronto - velocità dell’arco 250 fps; invariato il resto; nessuna aggiunta necessaria.

PPerché nei tiri verso l’alto è necessario compensare di più quando si tira con un arco lento rispetto all’uso di un arco veloce?

Perché con un arco lento si deve prendere la mira con un angolo maggiore per compensare la caduta della freccia, che resta per più tempo in volo, soggetta alla forza di gravità. L’Angolo di Caduta della freccia è maggiore,  quindi la perdita di velocità subita dalla freccia nei tiri verso l’alto è maggiore.

      NB – Le indicazioni date non tengono conto del rallentamento nel volo della freccia provocato dall’attrito con l’aria. Non è stato 

       considerato:

 -     perché il rallentamento è sempre proporzionato al tempo di volo, e quindi modifica i valori indicati aumentandoli, mai diminuendoli, e

 -     perchè i valori delle distanze sul mirino sono basati su indicazioni ricavate sperimentalmente, che tengono quindi già conto di questo rallentamento.