Se dovessimo verificare testi o tabelle, sulla metodologia
dell’ allenamento sportivo, |
noteremmo che, la quasi totalità dei testi, prevede esercizi
fisici aerobici ed anaerobici, |
preparazione teorica ed allenamenti sul campo, ma molto
raramente si assiste a |
e programmi di allenamento sportivo che abbiano dei
riferimenti specifici nei confronti |
della funzione visiva,
per non confondere con la propria:
acuita visiva. |
Partendo da questa osservazione, si dovrà dare, fin da
subito, la giusta considerazione a |
~ questa "nuova" argomentazione, che nell’insegnamento
compound (e non solo) si sta |
sempre più rilevando indispensabile, anche per il tipo di
"apparato" di mira che |
quest’arco ha in dotazione, rispetto all’olimpico. |
|
Il feedback visivo
e’essenziale per apprendere |
|
L’apprendimento in generale e’ largamente basato sulla
percezione visiva. |
|
L’esecuzione di un processo di adattamento avviene tramite
un continuo feedback |
sensoriale attraverso il quale, ogni parte del corpo
colloquia con il cervello, inviando e |
ricevendo informazioni nervose. |
Gli studi effettuati, hanno dimostrato che molte funzioni
motorie, in particolare quelle |
finalizzate ai gesti accurati,
fanno un utilizzo enorme di feedback visivo. |
La percezione visiva produce un feedback verso se stessa e
verso gli altri processi |
sensoriali, generando una personale conoscenza sull’
adeguatezza e l’efficacia dell’azione |
compiuta, che verrà di volta in volta, conseguentemente
modificata e migliorata. (anche |
nel nostro sport questo processo non ha mai fine). |
Il feedback, prodotto dal sistema propriocettivo e da quello
visivo ha due importanti ruoli |
nel controllo del movimento: |
Guidare la traiettoria del corpo o degli arti. |
Effettuare aggiustamenti fini, per completare il gesto. |
|
Commettiamo così tanti errori, che molti di essi passano a
noi stessi inosservati, |
caratterizzando ogni nostro gesto come un continuo
susseguirsi di: agire-correggere-agire, |
fino al raggiungimento dell’ obiettivo 0 al compimento
dell’azione. |
Il continuo feedback che regola e corregge il nostro agire
ci porta, sulla base degli errori e |
delle relative correzioni a "completare" finalmente il
nostro gesto.(nel tiro con l’arco la |
"difficoltà "consiste nel gesto che va ripetuto migliaia di
volte ) |
Il numero e la precisione di ogni correzione effettuata
caratterizza il risultato finale al punto |
che alle volte effettuiamo la cosa giusta ma al momento
sbagliato; altre volte al momento |
giusto ma nel modo sbagliato. |
Effettuare il gesto di reazione e il fenomeno che segue i
processi mentali e che si realizza |
con l’inizio del gesto stesso. |
Il gesto compie una certa escursione prima di raggiungere lo
scopo ed i processi fin qui |
descritti si ripetono e vengono continuamente "monitorati"
per tutto il procedere |
dell’azione fino al momento in cui la portiamo a termine. |
Un continuo feedback alimenta la comunicazione fra il
cervello e tutto il nostro corpo, ed il |
livello di coordinazione fra la percezione visiva ed i
movimenti del corpo ci permette di |
differenziare una reazione motoria accurata da una, invece
imprecisa. |
E’in questo stadio che, pur con fenomeni percettivi precisi
e veloci ma con una condizione |
fisica non confacente ai gesti da compiere, I’esito
dell’azione può produrre un risultato |
inferiore alle aspettative. |
Lo stesso scarso risultato, può verificarsi anche quando la
condizione fisica e ottimale, ma |
I processi percettivi non sono sufficientemente precisi,
veloci ed integrati fra di loro. |
|
La postura e’ definita da molti specialisti che si occupano
di rieducazione motoria e |
funzionale, come “quell’insieme di risposte motorie" che
riflettono la reazione |
dell’individuo con la forza gravitazionale. |
|
Essendo la postura una "risposta
motoria" |
Essa é inevitabilmente interconnessa con le funzioni
sensoriali. |
Tali fenomeni sono espressione della funzionalità
dell’organismo, inteso come tutt’uno, |
nel quale distinguiamo abilità fisiche, percettive e
mentali che il tiratore ha sviluppato |
nel corso della sua crescita.(ulteriore conferma
dell’applicare un metodo d’insegnamento |
che rispetti gli inserimenti in ordine cronologico). |
Condizione fisica- processi sensoriali- processi mentali,
sono tre entità all’interno di un |
unico fenomeno: il rendimento globale dell’individuo.(per
noi e’ molto complesso in quanto |
la "stagione agonistica"non ha particolari e significative
soste). |
Noi, nel nostro sport potremmo tranquillamente semplificare
il tutto chiamando questa |
fase: sequenza. |
|
Considerare uno solo di questi fenomeni, significa
affrontare in modo limitato la |
performance del tiratore e ridurne le effettive capacita di
miglioramento, tecnico—agonistico |
e caratteriale.(mentale) |
Ora, sempre restando in tema di percezione visiva andremo a
trattare un altro argomento |
per noi indispensabile : I’equilibrio. |
A qualcuno potrà sembrare un "fuori tema" e la domanda
potrebbe sorgere spontanea : |
....... cosa hanno a che vedere postura ed equilibrio con la
percezione visiva? |
La risposta sarà altrettanto spontanea ed esaustiva, in
quanto postura ed equilibrio sono il |
"frutto" di un lavoro immane di continua correlazione tra
visione e rilevazione. |
Se consideriamo che il nostro sport necessita di precisione
finale, passando da un |
rilevante sforzo fisico, si evidenzia ancor più la
necessita di mantenere solido il nostro |
equilibrio. |
L’EQUILIBRIO. |
L’equilibrio é la capacita di confrontarci in maniera
efficace ed economica con ciò che |
costituisce l’elemento fondamentale dell’ambiente che ci
circonda: la
forza di gravita. |
Il nostro sistema di equilibrio si e’ sviluppato per poter
continuamente controllare le forze |
gravitazionali, costante fisica sulla quale basiamo la
nostra percezione. |
La gravita non e’solo una forza fisica della natura ma, dal
punto di vista sensoriale, va |
intesa come la principale forma di stimolo per il labirinto. |
Nel momento in cui controlliamo il nostro equilibrio, noi
stiamo effettivamente contrastando |
le forze gravitazionali che ci porterebbero a perderlo e
conseguentemente a cadere o a |
scomporci. |
Nello stesso tempo in cui riusciamo a contrastare le forze
gravitazionali, mantenendo |
l’equilibrio, stiamo in realtà effettuando un azione di
controllo su di esse. |
L’equilibrio ci fornisce il fulcro attorno al quale tutti i
nostri movimenti motori sono |
so organizzati ed attraverso i nostri vari sistemi muscolari
ci e’ permesso di mantenere Ia |
postura eretta. |
In realtà il nostro sistema di equilibrio e’ attivato anche
quando siamo seduti o distesi, |
anche se in tali condizioni il livello di attivazione e più
basso e I’energia impiegata e |
inferiore, in quanto meno masse muscolari sono attivamente
coinvolte. |
Molte risposte posturali sono in realtà delle risposte
antigravitazionali, ovvero, un |
movimento o una posizione che preservano il corpo. |
ln ogni caso il nostro sistema di equilibrio, misurando la
gravita e confrontandosi con essa, |
ci fornisce la coordinata verticale del mondo che ci
circonda, quella sulla quale basiamo il |
nostro stato posturale nella posizione eretta,
l’unica vera coordinata verticale siamo
noi. |
|
L’equilibrio e’una funzione molto complessa; schematicamente
lo si può definire come il |
risultato finale di una serie di sistemi funzionali
riccamente correlati e finemente integrati a |
livello del sistema nervoso centrale e dell’apparato
muscolo-scheletrico. |
Il risultato di questi fenomeni fa si che in ogni momento il
nostro centro di gravita, il |
baricentro, si proietti sempre all’interno di una certa
area. |
Elemento fondamentale per l’acquisizione di un adeguato
rapporto con la gravita, e’ una |
corretta posizione del capo: ciò e’ reso automaticamente
possibile da una serie di |
informazioni che vengono integrate dal nostro sistema
nervoso. |
Innanzi tutto le informazioni visive, come ad esempio:
I’orizzontalità dello sguardo, |
l’ampiezza del campo visivo, il livello di coordinazione
binoculare. |
A tutto ciò si aggiungono le informazioni provenienti dal
sistema vestibolare, vero e proprio |
rilevatore della posizione della testa nello spazio, sia in
senso statico che dinamico. |
Il cervelletto ne costituisce il grande elaboratore, ma
anche il rachide cervicale, con la sua |
ricca struttura articolare e muscolo-tendinea, e’ un
importante informatore-condizionatore |
del nostro equilibrio. |
In realtà possiamo affermare che tutto |’apparato
muscolo-scheletrico e’ chiamato a dare |
informazioni necessarie al nostro sistema nervoso,
attraverso i ricettori di pressione, di |
stiramento, di tensione, di torsione, che informano il
cervello sullo stato delle varie parti |
del corpo impegnate. |
Tutte queste informazioni sarebbero inutili se non
disponessimo pero di adeguati |
meccanismi di risposta motoria quali la precisione del gesto
e la coordinazione dei |
movimenti, |
Ciascuno può rendersi conto di quanto facile sia trovarsi in
certe situazioni difficili, come |
camminare su un asse di equilibrio e mostrare un equilibrio
precario; i gesti appaiono |
impacciati, goffi e scoordinati. |
La funzione automatica fino a qui descritta, diviene
precaria e faticosa fino ad impegnare |
totalmente ogni nostra riserva come in tutte le capacita di
adattamento all’ambiente, |
dovute a sistemi funzionali, anche I’equilibrio può essere
recuperato e migliorato |
attraverso l’affinamento delle componenti che abbiamo
enumerato: |
|
- CAPACITA’VISIVE - VESTIBOLARI - NEURO MUSCOLARI |
|
Equilibrio e funzione visiva. |
Molte parti del corpo hanno duplici funzioni, molto diverse
fra di loro. |
La bocca serve per mangiare ma anche per parlare, il naso
sempre per respirare ma anche |
quale organo olfattivo, |’orecchio serve per udire i suoni
ma la sua parte più interna e |
indispensabile per l’equilibrio del corpo. |
Anche gli occhi hanno diverse funzioni: oltre essere gli
organi sensibili alle fonti luminose |
ed a molti altri "lavori" specificatamente visivi. i muscoli
oculomotori giocano un ruolo |
importante nel senso di stabilita e di orientamento del
corpo. |
Se i muscoli oculari e quelli del collo (come esempio) non
"dialogassero" tra di loro, noi |
saremmo continuamente disorientati semplicemente ruotando o
inclinando la testa. |
Se ll sistema vestibolare e quello visivo funzionassero
separatamente, ovvero se il nostro |
senso di verticalità e di orizzontalità dipendessero solo
dall’orecchio interno oppure solo |
dalle immagini retiniche, vedremmo il pavimento o i muri
ruotare ogni volta che incliniamo |
o ruotiamo la testa. |
In realtà i due sensi collaborano fra di loro in modo tale
che ciascuno dei due compensi |
variazione apportate dall’altro al fine di ottenere un certo
equilibrio percettivo ed il senso |
di equilibrio (stabilita-sicurezza). |
Il fatto stesso che il nostro equilibrio sia migliore con
gli occhi aperti piuttosto che chiusi, |
e’una prova semplice ma evidente che la funzione visiva
contribuisce, moltissimo a |
mantenere il concetto di verticalità, anche se di fatto, la
percezione visiva e continuamente |
messa in relazione con i parametri posturali del nostro
corpo. |
La posizione, la rotazione, I’inclinazione della colonna
vertebrale e della testa, la posizione |
degli arti, sono parametri con i quali la percezione visiva
deve continuamente |
confrontarsi. |
Ma questo e’ solo un esempio molto drastico, se provassimo
invece a limitare le nostre |
informazioni visive, anzi che a sopprimerle totalmente, ci
accorgeremmo di quanto Io stato |
di equilibrio dipenda dalla nostra percezione visiva
periferica piuttosto che da quella |
centrale. |
Vedere nitido ciò che abbiamo di fronte serve ben poco per
mantenere un buon |
equilibrio. |
Possiamo considerare la funzione visiva come un sestante che
ricava l’orizzonte, |
tracciando un angolo retto dall’asse verticale e cosa esiste
di più sicuro, stabile e costante |
senso di verticalità se non la forza gravitazionale. |
la verticalità e’ quindi l’interazione dinamica dl tre
sistemi: |
Il sistema vestibolare che risponde alle forze
gravitazionali. |
Il sistema propriocettivo che risponde agli
stimoli generati dal nostro corpo. |
Il sistema visivo che risponde alla luminosità,
ma soprattutto cuore della |
trasmissione di dati "condizionanti" (immagini
gradite e non). |
Un albero, per esempio, viene percepito verticale anche se
lo guardiamo con la testa |
inclinata, anche se questo e’ in disaccordo con le immagini
che si formano sulle retine dei |
nostro occhi, che sono inclinate. |
Se la percezione del mondo esterno dipendesse solo da
informazioni unicamente legate |
alle fonti luminose che colpiscono i nostri occhi, quando
abbiamo la testa inclinata le |
immagini dell’ albero sarebbero inclinate in funzione della
rotazione del corpo e della testa. |
In realtà, anche in tali condizioni, percepiamo I’albero
verticale e percepiamo noi stessi in |
posizione inclinata. |
Il nostro senso di direzionalità orizzontale é più fragile
di quello verticale. |
Una dimostrazione pratica e il fatto che in casi molto rari
ci capita di scambiare l’alto con |
il basso, o viceversa. Più o meno frequente e’ capitato
invece a tutti di scambiare destra |
con sinistra. |
La percentuale di bambini che durante i primi anni
scolastici hanno problemi di inversioni e |
m scrivono da sinistra a destra, oppure scambiano
orizzontalmente la lettera "b"
con la "d"
, |
oppure la "p"
la "g”,
in rappresentanza un valore significativo, noto a tutti gli |
insegnanti di scuole elementari. |
Raramente,invece ,capita di osservare bambini che scambiano
la lettera "p"
con la lettera |
"b"o
commettono errori di verticalità. |
|
Chiarito che I’equilibrio e’ un fenomeno dinamico,movimento
ed equilibrio possono |
essere intesi come unico fenomeno giacché qualsiasi
situazione di equilibrio viene |
mantenuta con una forma di movimento, visto che il movimento
e la continua |
perdita e riconquista dell’equilibri0,mediante (brevi o
lunghe) contrazioni e |
decontrazioni neuro muscolari che ci conducono fino al
compimento del nostro |
gesto . |
|
A questo punto potremmo tranquillamente affermare che: |
L’EQUILIBRIO E’ UN PRE-REQUISITO DEL MOVIMENTO. |
|
|
Tutto questo nasce nel tentativo di unificare su territorio
nazionale un metodo e |
cercare di portare nell’insegnamento stesso, un’unicità di
linguaggio e di concetti, |
oltre che di preparazione, facendo in modo che nei corsi,
indipendentemente da chi |
stia "operando", sia il metodo stesso a"pagare" e non tanto
la specifica conoscenza |
del docente o dell’ istruttore. |
Ritengo doveroso rimarcare, che le materie trattate in
questo manuale, con relative |
note, necessitano, per una loro specifica ed opportuna
applicazione, di un’attenta |
elencazione in un ordine tassativamente cronologico. |
A tal proposito le pagine che andremo a leggere sono frutto
di esperienze che |
hanno ulteriormente confermato I’importanza d’interventi
corretti, nei tempi giusti. |
|
ll raggiungimento di un traguardo, molto spesso, non viene
da ciò che conosciamo, |
ma da come utilizziamo, anche in maniera “cronologica", tali
conoscenze. |
|
L'approfondimento precoce, in largo anticipo nel corso dell’apprendimento,
può essere |
rischioso o improduttivo. |
Tale rischio, spesse volte, determina nella testa del neo
tiratore, una aspettativa |
inevitabilmente alta rispetto alle sue attuali e reali
capacita d’esecuzione. |
Questo "passaggio", troppo spesso, potrebbe determinare una
ricerca esasperata della |
prestazione a tutti i costi, ispirandosi anche a tecniche di
tiro "altrui" o peggio ancora, |
ricercando, in una costosa e inutile corsa all’acquisto
dell’accessorio magico, l’ipotetica |
prestazione da campione. |
Questo rischio e maggiore nei giovani che solitamente per
carattere, sanno poco |
aspettare, ecco perché sarebbe opportuno da parte nostra
(addetti ai lavori), un’ampia |
conoscenza della materia, inserendo noi per primi, nelle
solide "curve del nostro |
sapere", stazioni didattiche, nelle quali soffermarci
opportunamente ed in queste "soste" |
solidificare il tutto |
|
Bisognerà sempre, tenere ben presente che nel corso di una
lezione, specialmente se si |
ha che fare con gruppi di tiratori(4/6, formazione del
gruppo), il passo da tenere dovrebbe |
essere il passo del discente medio, ecco perche il
progredire, senza rispettare un preciso |
ordine cronologico nell’esposizione, potrebbe rivelarsi
pericoloso per il resto del gruppo. |
Se la nostra massima attenzione deve essere rivolta
all’inserimento di corrette tecniche |
nel giusti momenti, questo non ci deve distogliere dall’attenzione
che dobbiamo porre |
nell’illustrazione dei materiali che compongono il "corredo"
di un tiratore compound. |
Ho riscontrato troppe volte in corsi a neofiti e non, il
grande divario tra la poca conoscenza |
della propria tecnica di tiro o della tecnica in generale,
rispetto alla forse esagerata lista di |
conoscenza di prodotti o di materiali e del loro impiego. |
Niente da eccepire, su alcune innovazioni che negli ultimi
anni hanno senza dubbio |
elevato le prestazioni medie dei tiratori in giro per il
mondo, ma la troppa |
"sperimentazione", porta il tiratore a non ritrovarsi più,
ma soprattutto lo distoglie da quello |
che dovrebbe essere I’unica sua preoccupazione: |
...fare centro migliorando sempre la propria tecnica, solo
dopo,nella conoscenza specifica |
dei materiali e del loro settaggio. |
Andando a concludere, bisogna anche ricordare che nuovi
prodotti e nuovi modelli di |
compound devono, quasi sempre, adattarsi a tecniche di
tiro che abbiano già "trasmesso" |
al nostro arciere, grande sicurezza e consapevolezza.(sequenza
propria). |
A tal proposito mi ricordo un "aneddoto" che un grande
allenatore del passato era solito |
ricordare a tutti gli arcieri che si "perdevano" in questo
pericoloso "percorso". |
Prima chiedeva a tutti; arcieri, istruttori presenti, quanto
era, secondo loro la percentuale |
d’incidenza tra la tecnica (arciere) e l’importanza o
l’influenza dei materiali. |
Quasi all’ unanimità la risposta era: |
novanta per cento l’arciere e dieci per cento il materiale. |
Perche allora, affermava (ed io, ancora oggi ne condivido lo
spirito) impegnate il |
cinquanta per cento del vostro tempo in allenamento ( forse
anche più) lavorando su di |
una cosa che arriva ad incidere appena il dieci per cento? |
Rispettate le percentuali anche in allenamento e noterete
subito la differenza |
nel tirare con l’arco,
piuttosto che tirare per I’arco |
Un ringraziamento particolare a
Flavio Valesella per i testi |